venerdì 17 ottobre 2014

Svendita dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori e del welfare ? Si, ma col sorriso...!!

Di Natale Cuccurese

Mercoledì notte il consiglio dei ministri ha varato una «legge di stabilità» 2015 che segnerà, soprattutto per il Sud, gli anni a venire.
Ci si aspettava un cambio deciso di direzione, un taglio drastico alla spesa per rilanciare gli investimenti, invece non cambia la filosofia propinataci in questi ultimi anni dai vari Governi. 
Le previsioni errate del passato, come peraltro Fmi, Ocse, Bce e Ce avevano avvertito, portano un Pil che anche quest’anno diminuisce rispetto al 2013, le esportazioni languono, investimenti privati e pubblici sono quasi inesistenti e così i consumi nonostante la presenza per alcuni del bonus dei "famosi" 80 euro in busta paga. 

All’insegna del solito ottimismo, la previsione della crescita Pil nel 2015, tanto che la Banca d’Italia ne ha preso le distanze. Anche sui conti pubblici la Banca d’Italia esprime perplessità. 
Il documento governativo appare reale solo quando prevede una pressione fiscale che continuerà ad aumentare. 

Con la legge di stabilità 2015 si realizza solo l’ennesima operazione di facciata all’insegna dell’ottimismo, come da prassi governativa. 
Risibile poi la vicenda del mettere nelle buste paga dei lavoratori dipendenti del settore privato il 50% del Tfr maturato. In poche parole saremo ridotti alla fame, ma col sorriso… 

L’aumento del deficit/Pil al 2,9% consente meno tasse su imprese e lavoro ma con minori spese per investimenti pubblici e autonomie locali, leggasi quindi meno servizi, welfare. 

Il Governo vara quindi solo una grande azione cosmetica di fiducia collettiva, con forti richiami agli imprenditori e alle multinazionali, per assunzioni precarie ed investimenti, visto che sembra volere favorire soprattutto quest’ultime delegiferando su tutto e di più, dallo Sblocca Italia al Jobs Act. 

Tutto realizzato in spregio dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori, della salute dei cittadini ed al welfare. 

Contro l’ambiente perché il provvedimento ripropone un’Italia che, incapace di stare al passo con i tempi, con le nuove tecnologie, la sensibilità e sostenibilità ambientale, ricorre al rilancio delle energie fossili altamente inquinanti e da il via libera all’industria petrolifera per trivellare in Adriatico, in Basilicata… trasformando l’Italia ed il Sud in particolare in una colonia perenne delle multinazionali del petrolio. 

Per far questo si vogliono poi espropriare da ogni potere gli enti locali, per dare il via agli appetiti delle multinazionali e degli investitori privati, senza prevedere nessuna condivisione con i territori, i comitati, i cittadini. Senza prevedere nessuna priorità e nessuna strategia per la messa in sicurezza dei territori e per il rispetto idrogeologico, in attesa delle prossime alluvioni. Si potrà poi cementificare a tutto spiano senza vincoli particolarmente stringenti. 

 La crescita così disperatamente cercata nella legge di stabilità viene in realtà perseguita nello Sblocca Italia grazie a "grandi opere" con annessi  commissari che gestiranno grandi aree urbane in tutto il paese, partendo ad esempio da Bagnoli, espropriando gli enti locali da ogni possibilità d’intervento, anche in maniera autoritaria ed incostituzionale, così come incostituzionale sono questi parlamentari. 

 Infine non ultimo il vergognoso balletto che segna l’inizio di un nuovo, devastante, conflitto tra Stato e Regioni, giocato sulla sanità regionale e perciò sulla pelle di tutti i cittadini. 
La legge di stabilità infatti prevede a fronte di una riduzione nazionale prevista di 18 Mld di tassazione, ben 4 miliardi di tagli alle Regioni che a loro volta reagiscono e fanno presente che questo si tradurrà in tagli alla Sanità, rischiando così di costringere le Regioni, per non mandare al tappeto il già precario sistema sanitario, ad aumentare le tasse regionali di loro competenza. 

In poche parole la sintesi è che le tasse che escono dalla porta rientrano dalla finestra, ed ovviamente le Regioni più povere, quelle del Sud, dovranno aumentare di molto la tassazione rispetto alle più ricche. Un altro strappo alla Costituzione, ormai ridotta ad inutile orpello, che prevede il principio perequativo. In alte parole chi meno ha più paga, in base ad uno strano principio che appare solo punitivo. 

Il Sud quindi ancora un volta metterà ordine nei disastrati conti del Governo, sia subendo una maggiore tassazione percentuale, sia pagando con distruzione di risorse naturali sul suo territorio, inquinamento e quindi salute dei suoi cittadini. 

Non c’è che dire, complimenti al Governo del Nazareno, quel Governo che passa con disinvoltura da un’emergenza ad un’altra, sperando nella scarsa memoria degli italiani. 
Così è stato per la recente alluvione nel Gargano, dove nemmeno si è dichiarato lo stato di calamita, così per Taranto dove per fortuna è arrivato il parere della Commissione Europea, che a settembre 2013 aveva aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia sul caso Ilva e che oggi invia il parere motivato alle autorità italiane con cui mette nero su bianco l'accusa di violazione di norme ambientali per non aver vigilato a sufficienza sui gravi problemi di inquinamento del più grande impianto siderurgico d'Europa, certificando che per la vicenda ci sono stati solo annunci vani e che le risposte che ci si aspettava non sono arrivate. 

Noi del Partito del Sud speriamo che questa esperienza si concluda al più presto con il ritorno alle urne, anche con la precedente legge elettorale, per ridare la voce ai cittadini e dare al Governo di questo paese quel minimo di parvenza democratica che oggi è assente.




riferimenti: 
http://ilmanifesto.info/legge-di-stabilita-lazzardo-oltre-lostacolo/
http://ilmanifesto.info/sblocca-italia-questo-non-e-un-paese-per-i-signori-del-petrolio/



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Di Natale Cuccurese

Mercoledì notte il consiglio dei ministri ha varato una «legge di stabilità» 2015 che segnerà, soprattutto per il Sud, gli anni a venire.
Ci si aspettava un cambio deciso di direzione, un taglio drastico alla spesa per rilanciare gli investimenti, invece non cambia la filosofia propinataci in questi ultimi anni dai vari Governi. 
Le previsioni errate del passato, come peraltro Fmi, Ocse, Bce e Ce avevano avvertito, portano un Pil che anche quest’anno diminuisce rispetto al 2013, le esportazioni languono, investimenti privati e pubblici sono quasi inesistenti e così i consumi nonostante la presenza per alcuni del bonus dei "famosi" 80 euro in busta paga. 

All’insegna del solito ottimismo, la previsione della crescita Pil nel 2015, tanto che la Banca d’Italia ne ha preso le distanze. Anche sui conti pubblici la Banca d’Italia esprime perplessità. 
Il documento governativo appare reale solo quando prevede una pressione fiscale che continuerà ad aumentare. 

Con la legge di stabilità 2015 si realizza solo l’ennesima operazione di facciata all’insegna dell’ottimismo, come da prassi governativa. 
Risibile poi la vicenda del mettere nelle buste paga dei lavoratori dipendenti del settore privato il 50% del Tfr maturato. In poche parole saremo ridotti alla fame, ma col sorriso… 

L’aumento del deficit/Pil al 2,9% consente meno tasse su imprese e lavoro ma con minori spese per investimenti pubblici e autonomie locali, leggasi quindi meno servizi, welfare. 

Il Governo vara quindi solo una grande azione cosmetica di fiducia collettiva, con forti richiami agli imprenditori e alle multinazionali, per assunzioni precarie ed investimenti, visto che sembra volere favorire soprattutto quest’ultime delegiferando su tutto e di più, dallo Sblocca Italia al Jobs Act. 

Tutto realizzato in spregio dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori, della salute dei cittadini ed al welfare. 

Contro l’ambiente perché il provvedimento ripropone un’Italia che, incapace di stare al passo con i tempi, con le nuove tecnologie, la sensibilità e sostenibilità ambientale, ricorre al rilancio delle energie fossili altamente inquinanti e da il via libera all’industria petrolifera per trivellare in Adriatico, in Basilicata… trasformando l’Italia ed il Sud in particolare in una colonia perenne delle multinazionali del petrolio. 

Per far questo si vogliono poi espropriare da ogni potere gli enti locali, per dare il via agli appetiti delle multinazionali e degli investitori privati, senza prevedere nessuna condivisione con i territori, i comitati, i cittadini. Senza prevedere nessuna priorità e nessuna strategia per la messa in sicurezza dei territori e per il rispetto idrogeologico, in attesa delle prossime alluvioni. Si potrà poi cementificare a tutto spiano senza vincoli particolarmente stringenti. 

 La crescita così disperatamente cercata nella legge di stabilità viene in realtà perseguita nello Sblocca Italia grazie a "grandi opere" con annessi  commissari che gestiranno grandi aree urbane in tutto il paese, partendo ad esempio da Bagnoli, espropriando gli enti locali da ogni possibilità d’intervento, anche in maniera autoritaria ed incostituzionale, così come incostituzionale sono questi parlamentari. 

 Infine non ultimo il vergognoso balletto che segna l’inizio di un nuovo, devastante, conflitto tra Stato e Regioni, giocato sulla sanità regionale e perciò sulla pelle di tutti i cittadini. 
La legge di stabilità infatti prevede a fronte di una riduzione nazionale prevista di 18 Mld di tassazione, ben 4 miliardi di tagli alle Regioni che a loro volta reagiscono e fanno presente che questo si tradurrà in tagli alla Sanità, rischiando così di costringere le Regioni, per non mandare al tappeto il già precario sistema sanitario, ad aumentare le tasse regionali di loro competenza. 

In poche parole la sintesi è che le tasse che escono dalla porta rientrano dalla finestra, ed ovviamente le Regioni più povere, quelle del Sud, dovranno aumentare di molto la tassazione rispetto alle più ricche. Un altro strappo alla Costituzione, ormai ridotta ad inutile orpello, che prevede il principio perequativo. In alte parole chi meno ha più paga, in base ad uno strano principio che appare solo punitivo. 

Il Sud quindi ancora un volta metterà ordine nei disastrati conti del Governo, sia subendo una maggiore tassazione percentuale, sia pagando con distruzione di risorse naturali sul suo territorio, inquinamento e quindi salute dei suoi cittadini. 

Non c’è che dire, complimenti al Governo del Nazareno, quel Governo che passa con disinvoltura da un’emergenza ad un’altra, sperando nella scarsa memoria degli italiani. 
Così è stato per la recente alluvione nel Gargano, dove nemmeno si è dichiarato lo stato di calamita, così per Taranto dove per fortuna è arrivato il parere della Commissione Europea, che a settembre 2013 aveva aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia sul caso Ilva e che oggi invia il parere motivato alle autorità italiane con cui mette nero su bianco l'accusa di violazione di norme ambientali per non aver vigilato a sufficienza sui gravi problemi di inquinamento del più grande impianto siderurgico d'Europa, certificando che per la vicenda ci sono stati solo annunci vani e che le risposte che ci si aspettava non sono arrivate. 

Noi del Partito del Sud speriamo che questa esperienza si concluda al più presto con il ritorno alle urne, anche con la precedente legge elettorale, per ridare la voce ai cittadini e dare al Governo di questo paese quel minimo di parvenza democratica che oggi è assente.




riferimenti: 
http://ilmanifesto.info/legge-di-stabilita-lazzardo-oltre-lostacolo/
http://ilmanifesto.info/sblocca-italia-questo-non-e-un-paese-per-i-signori-del-petrolio/



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